Jemmy Button
Il
ragazzo che Darwin riportò a casa
Jennifer Uman & Valerio Vidali
La storia di Jemmy Button è ispirata ad una
vicenda realmente accaduta e viene citata anche da Bruce Chatwin nel suo libro
“In Patagonia”.
Nel 1830 un ragazzo nativo delle isole della Terra
del Fuoco (Argentina) fu portato in Inghilterra sulla nave del capitano Robert
FitzRoy, e gli fu dato il nome di Jeremy Button inquanto fu preso alla madre in
cambio di un bottone di perla. Il ragazzo divenne una celebrità di quel periodo,
fu presentato anche alla regina Adelaide, imparò gli usi e i costumi degli
inglesi e persino un po’ della loro lingua. Circa un anno più tardi venne
riportato in Patagonia per diffondere fra le sue genti “la civiltà”, al viaggio
di ritorno partecipò anche Darwin. Ben presto il ragazzo si liberò dei vestiti
inglesi e ritornò a vivere nel modo in cui era nato, tra la sua gente.
La narrazione di questo libro è molto semplice e
lineare, non si sofferma sulla prevaricazione di una civiltà su un’altra, ma
mette a paragone due realtà molto differenti focalizzandosi sul viaggio, i
cambiamenti e gli stati d’animo del ragazzo.
Jemmy Button viene rappresentato come un bambino
nudo dalla carnagione scura, mentre tutti i personaggi inglesi sono silhouette
indistinte colorate di nero/blu, delle quali si intuiscono solo gli abiti
rappresentativi di quel periodo (cappelli a cilindro, gonne ampie con pizzo,
cappelli con le piume ecc..). Solo il re e la regina vengono colorati d’oro, e
alcuni personaggi indistinti fra la folla hanno colori diversi. Gli animali da
compagni sono in rosso.
Le ambientazioni giocano su spazi appiattiti e
naif, nel quale risalta la composizione grafica e i colori intensi.
Alcune tavole fanno anche uso di applicazioni in
tecnica mista e collage, come le case fatte da fogli di carta a righe. In altre
è il colore che la fa da padrone, talvolta arricchito da tanti piccoli
particolari che riempiono l’immagine, come i pesci nel mare durante il viaggio.
Quello che mi ha colpito particolarmente di questo
libro, al primo sguardo, sono state
queste scelte grafiche molto bilanciate e sintetiche, giocate quasi
sempre su spazi negativi e positivi, e allo stesso tempo molto evocative.
Leggendo poi la storia si percepisce chiaramente
questo senso di distacco, di non appartenenza, del protagonista nei confronti
di questo nuovo mondo. Jemmy Button è “quasi uguale a loro…quasi, ma non del
tutto” nonostante si vesta come i suoi nuovi amici, c’è sempre qualcosa di
fondo che gli manca. Solo tornando a casa riuscirà ad essere in tutto e per
tutto parte di un gruppo.
Le illustrazioni di questo libro sono davvero belle. Quella del mare con i pesci è forse la mia preferita. E' da un po' che ho in mente di comperarlo, prima o poi lo farò.
RispondiElimina